domenica 5 maggio 2013

Svevo e il romanzo del primo dopoguerra

Italo Svevo (1861-1928), pseudonimo di Ettore Schmitz, è uno dei più importanti esponenti della letteratura italiana del primo Novecento; la sua vita è segnata dalla prematura scomparsa del fratello, che lo induce a scrivere le prime opere. Svevo concepisce la letteratura come recupero e salvaguardia della vita, la quale può essere difesa solo dall' inetto (ovvero da chi nella società è un "diverso") e quindi dallo scrittore. Caratteristico della sua produzione è il contrasto tra razionale e ideale, frutto dell'influenza dell'amico James Joyce.


« La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. » (La coscienza di Zeno - capitolo VI)

In seguito alla pubblicazione della teoria sull’evoluzione di Darwin, Svevo distrugge le gerarchie tra sani e malati dando un senso alla vita dell'inetto, che ora non è più limitato e può quindi evolversi.

Per uno studio più approfondito consiglio questa analisi del critico letterario Alberto Asor Rosa

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